Oggi pubblico questa foto di qualche anno fa e raccontarvi un angolino di me tra il mio laboratorio sistemi binari favole e realtà, perché di sognare, non si deve mai smettere.
Che cosa è in grado di fare un uomo che ama la propria donna?
Prima di rispondere alla domanda ci tengo a fare una considerazione.
Vivere la propria vita accompagnata ogni giorno da qualcuno che ci ama non è semplice, e vi assicuro che vivere accanto a una donna, che nonostante la sua età rincorre nuvole di zucchero filato, menziona frasi di Alice, in borsa tiene biglietti di tram di altre città e per la casa vi sono perline stoffe e ritagli di ogni cosa sparsi ovunque, ci vuole anche una grande coraggio oltre ad essere abbastanza allenato ad effettuare corse salti tuffi e forti prese.
La mia vita è piuttosto confusa a livello lavorativo , a tratti realisticamente lucida a volte collocata in altri pianeti. Se qualcuno mi dovesse chiedere:
<<cosa vuoi fare da grande ? >>
io risponderei quasi sicuramente, che ancora non lo so.
Io però, ci credo, questo per me è già abbastanza per andare avanti per le mia strada, da qualche parte, non so dove mi porterà ma l'importante e non fermarsi mai.
Voglio condividere adesso qualcosa accaduto qualche anno fa.
Nel titolo di questo post, cito il sistema binario, argomento che mi fu spiegato in 2° media dal mio professore di tecnica. Oggi pare lo spiegano ai corsi universitari per Ingegneri informatici, bah! Non avrei mai pensato che oggi sarebbe stato il fulcro, il perno principale del mio lavoro, si perché il mio lavoro, quello vero, deriva da quella maledetta coppia di 0-1 , ed io non avrei mai creduto che dopo anni di lavoro al Call Center corsi di comunicazioni, tentativi di studi Universitari per le comunicazioni internazionali, sarei diventata l’impiegata di un azienda di cui né avrei curato le infrastruttura IT che in inglese vuol dire, information Technologies, che poi come ci sono arrivata e se mai ci resterò, è tutta un’ altra storia anch'essa confusa e surreale e direi alquanto poco rispettosa per la dignità di qualunque lavoratore , ma merita essere un giorno raccontata a parte.
Ma cosa facevo in quell’azienda? Gestivo i sistemi informatici di un’azienda utilizzando elaboratori e attrezzature di telecomunicazione per memorizzare trasmettere e manipolare dati, detto così non vuole spiegare nulla, ecco perché a volte penso che per quel che mi riguarda, potrei anche manovrare satelliti alla ricerca di fatine, o intercettare extraterrestri che si scambiano frasi d'amore.
Questo lavoro comportava alcune non indifferenti responsabilità, quale il monitoraggi di allarmi di sistemi che purtroppo devono essere tenuti sotto controllo sempre tutti i giorni a tutte le ore e per tutti i minuti di essi ed è proprio per questo motivo che il mio lavoro per alcuni giorni del mese si svolgeva in orari notturni nei festivi e da casa, cosa che mi son ripromessa che non avrei mai più accettato per nessuna cifra al mondo, ed accadde una notte di due anni fa accade proprio che dovetti intervenire per una chiamata durante la notte:
- Ore 05.11, il sole ancora non è sorto, io finalmente dormo quietamente e senza sentire più quel dolore antipatico al braccio, che solo dopo anni scoprirò dovermi portare a vita, mio marito dorme accanto a me, tutto è come in una favola o un film ambientato in Inghilterra con le case colorate e le fioriere sempre annaffiate, ma... squilla il telefono aziendale.
------------------ UN ALLARME -------------
Ero preparata, non era la prima volta che accadeva , d'altronde ,qualcuno direbbe che son pagata per questo, ma vi assicuro che svegliarsi così e interrompere il proprio sonno e frantumare un immagine idilliaca di riposo familiare non vi è denaro che può ripagare, ma a quanto pare nel mondo del vero lavoro questi parametri non vengono tenuti in considerazione. Così mi alzo, apro il PC ed inizio a fare ciò che devo, lavorare.
Inizio a guardare intorno l'ambiente, è fortemente in contrasto, sul mio comodino pile di libri con storie d'amore, un lume con fiori in stoffa annodati , matite colorate, una foto di me con mia madre e un centrino realizzato a mano, tra l'immagine di ciò che sto al momento facendo al PC e quella che mi ritrae attraverso le cose intorno a me ci sono parecchi contrasti.
E si, vivo di contrasti ogni attimo della mia esistenza, all'avanguardia tecnologicamente, ma che ancora leggo i libri fatti di carta, che nella mia piccola mansarda all' ultimo piano cucio e realizzo bijoux artigianali e sogni, accessori addobbi per la casa e viaggi , avvalendomi del lavoro delle mie mani e della mia fantasia e del mio cuore, ma che resta ancorata a una connessione internet. Contrasti che rendono, la mia strada piena di ostacoli, emozioni , curve e salite che mi fanno battere forte il cuore e mi accorciano il fiato, ma procurano gastrite, perché riuscire a giostrarsi fra una corsa folle di mille parametri che fra loro non si incontreranno mai, non è proprio una passeggiata di salute ma è come percorrere una strada correndo su un autobus e dover continuamente scendere da uno e salire su un altro mentre questi sono in corsa, e non riuscire mai a trovare la giusta fermare e ricominciare la corsa nuovamente.
In tutto ciò per mia grande fortuna ho un punto fermo che mi riporta alla mia dimensione, che con me sale e scende da quegli autobus e riesce anche a trovare il modo per fermarci in un bar di quelli con i tavolini di ferro dipinto color pastello che si vedono solo nei film ma che se inizi a viaggiare ti rendi conto che esistono davvero, e mentre sto lavorando ecco che arriva lui con un cappuccino e due cucchiai di Nescafé.
I miei punti fermi, di certezza il cappuccino caldo, caldo come un abbraccio, i miei libri impilati sul comodino, come amici fedeli pronti ad ascoltarmi e le mie perline sul banco di lavoro, come mille sogni scintillanti che saltano felici. Eh si!!!! Maledetto codice binario sei solo un numero, non potrai mai avere quello che ho io, non potrai mai avere un uomo che ti porta il tuo cappuccino preferito a letto.